C’è chi osserva la natura per studiarla, e chi la guarda per sentirla. Jane Goodall ha saputo fare entrambe le cose — con la precisione di una scienziata e la meraviglia di un’anima profondamente connessa alla vita.
Per oltre sessant’anni, la sua voce ha attraversato il mondo come un richiamo gentile e potente per ricordarci che non siamo separati dalla natura, ma parte di essa.
Jane Goodall, scienziata e primatologa, ha trasformato la scienza in un atto d’amore per la Terra.
Dalla sua ricerca sugli scimpanzé al messaggio spirituale de Il libro della speranza (Bompiani, 2022), un invito urgente ad agire per il tuo cuore e per il pianeta che abiti.
Oltre la scienza: la rivoluzione dello sguardo
Quando negli anni ’60 arrivò nella foresta di Gombe, in Tanzania, una giovane donna inglese nessuno poteva immaginare che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui comprendiamo gli animali, osservando gli scimpanzé non come oggetti di studio, ma come individui con emozioni, legami e intelligenza. Jane Goodall demolì la barriera che l’uomo aveva costruito tra sé e le altre specie.
Li chiamava per nome, non per numero. Riconosceva nei loro sguardi empatia, dolore, curiosità. E in quello specchio di somiglianze, iniziò la più importante delle scoperte: capire cosa significa essere umani.
L’unione di biologia e spiritualità
Ma la grandezza di Jane Goodall non risiede solo nelle sue scoperte etologiche. La sua eredità più profonda è etica e spirituale, trasformando la scienza in un atto d’amore verso la Terra e tutti i suoi abitanti.
Ancora oggi, attraverso il Jane Goodall Institute e il programma Roots & Shoots, continua a ispirare milioni di giovani e adulti a impegnarsi per la pace, la giustizia e la sostenibilità.
Nel suo modo di vedere il mondo, la spiritualità non è separata dalla biologia, ma ne è il respiro invisibile:
“Mi sento più fortemente connessa a un grande potere spirituale quando sono sola nella natura. È come se la Terra stessa respirasse e io facessi parte di quel respiro.”
La mente e il cuore: una connessione da ricostruire
Goodall ci invita a riflettere su una domanda urgente:
Come può la specie più intelligente del pianeta distruggere la sua unica casa?
La risposta, dice, è nella disconnessione tra cervello e cuore. L’intelletto umano si è evoluto in modo straordinario, ma abbiamo dimenticato di ascoltare la voce dell’empatia e della compassione.
Viviamo immersi nel materialismo, presi da gratificazioni immediate. “Il pianeta può produrre a sufficienza per l’umanità, ma non per la sua avidità”, ricordava Gandhi — e Jane Goodall ripete questo monito come una preghiera laica, un appello alla consapevolezza.
Il filo rosso della compassione: dagli animali all’essere umano
Secondo Jane Goodall, la compassione e l’empatia per gli animali generano compassione ed empatia anche per gli esseri umani.
La crudeltà verso gli animali, al contrario, apre la strada alla crudeltà tra le persone.
Attraverso decenni di osservazioni e testimonianze, Goodall ha mostrato che gli animali provano emozioni — paura, gioia, tristezza — e che riconoscere questi sentimenti è il primo passo verso un rispetto autentico per tutte le forme di vita.
La connessione tra empatia umana e animale è al centro del suo messaggio: prendersi cura degli animali aiuta a sviluppare un senso di compassione più ampio, che abbraccia anche la nostra stessa specie.
Nelle sue parole e nel suo esempio, la difesa del mondo naturale diventa così un atto di umanità, un ponte tra la vita di ogni essere vivente.
Sembra ridicolo doverlo sottolineare nel 2025 citando fonti scientifiche e relativi studi ma molte persone sono rimaste incollate alla deresposabilizzante idea che alcune vite contino meno di altre.
E come ha efficacemente sottolineato l’antropologo Paul Farmer:
L’idea che alcune vite contino meno di altre è la radice di tutto ciò che è sbagliato nel mondo.
Casa Terra: le tre sfide
Jane Goodall ha sottolineato che ci sono tre sfide cruciali da affrontare per salvare il pianeta:
- La povertà, che costringe milioni di persone a sfruttare le risorse senza alternative.
- Il nostro stile di vita insostenibile, soprattutto nei Paesi più ricchi.
- La crescita della popolazione, che mette sotto pressione ecosistemi già fragili.
Ogni scelta quotidiana conta: cosa compriamo, mangiamo, indossiamo.
La produzione di ciò che consumiamo danneggia l’ambiente? Causa sofferenza agli animali? È sostenibile?
Goodall ci ricorda che quando milioni di persone compiono piccole scelte etiche, il mondo comincia a cambiare davvero.
Il libro della speranza: una guida per ritrovare fiducia
Nel suo ultimo lavoro, Il libro della speranza. Manuale di sopravvivenza per un pianeta in pericolo (Bompiani, 2022), Jane Goodall condivide storie personali, riflessioni e soluzioni concrete per ritrovare la speranza necessaria a proteggere il nostro pianeta.
Non si tratta di un’utopia, ma di una chiamata alla responsabilità. La speranza, per lei, non è un sentimento passivo, ma un atto di coraggio: scegliere ogni giorno di credere nel bene, agire, non arrendersi.
Un’eredità viva
La sua vita è stata la dimostrazione che scienza e spirito possono convivere, che la ragione e la compassione sono due ali della stessa coscienza. E forse è proprio questo il suo più grande insegnamento:
“Non siamo separati dal mondo naturale — ne siamo parte. E quando comprendiamo questa connessione, qualcosa di profondo dentro di noi si risveglia. È lì che inizia la vera trasformazione.”

