Per qualcuno questa è solo un’emergenza sanitaria (e come negarlo, lo è!). Per altri è un banco di prova, un’emergenza di crescita umana: posso restare presente davanti al mio mondo che si stravolge senza congelare il mio cuore, puntare il dito e dimenticare la fragilità dell’essere umano?
La sfida di questo momento non è stata lanciata solo al nostro sistema immunitario ma al nostro intero sistema di credenze.
la paura cieca e la sua negazione
In questo momento da un punto di vista emotivo esistono due tipi di rischi, che sono anche due forme di inconsapevolezza: la paura cieca e la sua negazione.
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- Chi ha paura invece si scaglia sulle persone, soprattutto virtualmente, aggredendole con parole rabbiose, definendole quantomeno “sprovvedute”, perchè vanno a passeggio, perchè non hanno capito nulla, perchè affollano il parco o la via dove magari lui stesso si trova. Cercano l’untore, convinti di dare il buon esempio, sottovalutando la collera che stanno spargendo.
Queste persone confondono la prevenzione con la persecuzione. - Chi nega la paura preferisce interpretazioni complottiste (che ci stanno sempre ma non ci evitano di dover gestire i fatti). Crede che pensare positivo e “non cascarci” sia il modo migliore per gestire la situazione, confidano in modo spiritistico più che spirituale in una sorta di immunità cosmica.
Queste persone confondono la libertà con l’irresponsabilità.
- Chi ha paura invece si scaglia sulle persone, soprattutto virtualmente, aggredendole con parole rabbiose, definendole quantomeno “sprovvedute”, perchè vanno a passeggio, perchè non hanno capito nulla, perchè affollano il parco o la via dove magari lui stesso si trova. Cercano l’untore, convinti di dare il buon esempio, sottovalutando la collera che stanno spargendo.
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Entrambi i comportamenti sono la risposta a una comunicazione ansiogena da scoop televisivo che pervade quasi tutte le fonti d’informazione
Le tv infatti trasmettono comunicazioni come “il respiratore solo a quelli che avranno possibilità di vita maggiore” e “morire di polmonite senza cure è straziante”.
Che emozioni generano frasi come queste? Un fortissimo stress emotivo, un senso di panico che potrebbe sfociare in decisioni irrazionali e comportamenti infantili.
ognuno ha in mano il bene dell’altro
Difficile a questo punto far capire che non abbiamo bisogno di scagliare questa paura sugli altri, i quali non sono persone da perseguitare con la nostra ansia. Abbiamo bisogno della consapevolezza che ognuno di noi ha in mano il bene dell’altro. E questo non lo rende un nemico, ma una persona di cui avere la massima cura, perchè l’aria che respiriamo è una sola.
E ricordiamoci che anche ansia, paura, stress e cattiva alimentazione sono nemici del nostro sistema immunitario, che guarda caso è l’unica difesa contro i virus.
non cedere il comando
Il dono che posso farmi è quello di essere presente a ciò che mi attraversa: questo significa riconoscere e accettare la mia paura, o la mia rabbia, senza negarle, riversarle sugli altri o giustificarle, ma soprattutto senza cedergli il comando della mia vita.
Da questo spazio di presenza le limitazioni necessarie alla tutela di tutti saranno una scelta serena, senza dovermi ribellare o puntare il dito su chi dovrebbe fare meglio. Per qualcuno potrà essere l’occasione di riscoprire il legame coi propri cari. O di apprezzare la profondità nascosta nella lentezza.
Sostenere l’incontro con le mie paure più profonde senza per questo perdere la mia innata umanità non potrà che rendermi una persona migliore.
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